Passione, sacrificio, tenacia. La vita di Alex Zanardi dall’incidente in auto di Lausitzring che lo ha privato delle gambe alle medaglie nel paraciclismo è una continua fonte di ispirazione per gli sportivi di tutto il mondo. Il trionfo ai giochi di Rio 2016, una delle imprese più grandi del campione bolognese ma padovano d’adozione, è stato raccontata in un film prodotto da FilmArt Studio per Enervit Comunicazione.

Il documentario, intitolato “50 X Rio”, si è basato sul racconto sapiente di Giorgio Terruzzi, decano del giornalismo sportivo, per la regia di Francesco Mansutti e la fotografia di Piergiorgio Grande. Le riprese sono iniziate nel mese di marzo 2016, hanno narrato tutta la preparazione all’evento e si sono concluse a Rio De Janeiro. Tra le scene, oltre a quelle in gara e in allenamento, anche i test con il suo preparatore atletico Francesco Chiappero e quelli al Velodromo di Montichiari con l’Equipe Enervit al completo, che accompagna e supporta l’atleta in un percorso studiato e personalizzato di integrazione alimentare. «Un viaggio dentro il viaggio che porterà Alex Zanardi a correre per l’oro di Rio nel momento in cui compie 50 anni», ha spiegato il giornalista Giorgio Terruzzi, «”50XRio” racconta la fatica, le tensioni, il lungo lavoro di preparazione fisica, mentale, nutrizionale che ha affrontato Zanardi, con la sua magnifica attitudine all'agonismo e con un entusiasmo da ragazzino felice. Sarà dunque, una storia densa, carica di sapori e parole, tenera e tirata come un’altra sfida, solo all’apparenza impossibile. Qualcosa che, grazie ad Alex, contiene un significato esistenziale prezioso e, persino, un insegnamento.

Perché Zanardi, inseguendo un altro sogno, ci invita a sognare, a provarci, a migliorare. Come sempre, senza metterla giù dura». Ma “50 X Rio” non è solo la cronaca di un’impresa sportiva: «Emergerà anche un Alessandro più intimo», spiegano i produttori di FilmArt Studio. «Raccontiamo l’Alex di ogni giorno, a contatto con amici e famiglia, nella condivisione degli affetti, nelle difficoltà delle relazioni e nella gestione dei mille impegni. Un lato del campione fino ad oggi mai stato raccontato».