La produzione riguarda la fase delle riprese in cui la sceneggiatura prende forma nelle immagini del racconto.
È vero che un film, un documentario o un cortometraggio o anche uno storytelling aziendale e uno spot pubblicitario, siano indubbiamente una creatura del regista.
Lui è il coordinatore di tutto lo staff, lui il controllore di tutte le tappe, il responsabile dello stile, della tecnica e del messaggio culturale.
Scrive sulla sua biografia lo straordinario direttore della fotografia Sven Nykvist: “Poche professioni artistiche sono più pesanti sia dal punto di vista fisico che psicologico di quella del regista”.
Tuttavia, non si deve pensare che il reparto produttivo perda il suo potere decisionale e che sia la regia ad assumerlo.
Il potere decisionale economico rimane sempre pertinente alla funzione operativa mentre quello decisionale estetico resta saldamente nelle mani della funzione creativa.
Questo, però, è vero soltanto in parte e non poche volte è accaduto che una pellicola sia diventata un successo, non per la regia, ma per merito di altri interventi nel ciclo della sua lavorazione ritenuti normalmente meno importanti.
Se è banale credere che tutto l’operato sia riconducibile al regista, è anche capitato che la produzione abbia assunto il pieno controllo sul regista e su tutte le altri fasi della realizzazione e che il regista sia stato assunto soltanto come tecnico sul campo, come mano d’opera qualificata.
Ma perché accade questo?
I produttori investono continuamente nella realizzazione dei loro progetti, spesso anticipando le spese e ciò a prescindere dalle risorse che avranno disponibili.
Se il progetto video nelle sale o sul web è un fiasco, sono loro direttamente a subirne le conseguenze.
Hanno dunque il diritto di “influenzare” tutto il lavoro, attraverso un attento controllo sull’autore che viene ad assumere a volte una posizione ambigua.
In pratica, anticipando i fondi, i produttori vogliono e possono controllare tutta l’esecuzione della produzione.
Entra quindi nella nostra narrazione l’importantissima figura del produttore e del suo produttore esecutivo, un vero e proprio alter ego del produttore, capace di assumere tutte le mansioni e le caratteristiche ai fini della produzione.
Questi i suoi compiti più importanti:
- Gestione del budget dell’intera filiera
- Elaborazione di un’ipotesi produttiva dettagliata
- Collaborazione all’armonizzazione delle necessità sulla base della sceneggiatura del progetto
- Direzione, assieme al regista, delle eventuali revisioni progettuali
- Collaborazione all’individuazione, alla scelta e alla contrattualizzazione del regista, dei collaboratori tecnici, sia creativi che operativi
- Direzione di tutte le operazioni necessarie alla realizzazione del progetto fino all’accettazione del montaggio definitivo
- Dialogo con co-produttori e co-finanziatori
Spesso, per produzioni complesse, viene spontaneo domandarsi per quale motivo un produttore metta in campo diverse professionalità, incidendo anche pesantemente sulle voci di budget.
Per comprendere meglio questo aspetto e poter attribuire all’intero ciclo produttivo il suo reale valore analizzeremo nel prossimo capitolo le figure professionali necessarie in fase di produzione a seconda della complessità di quanto si vuole realizzare.